La separazione con addebito è una procedura legale attraverso la quale uno dei coniugi può chiedere la separazione sostenendo che il fallimento del matrimonio è imputabile all’altro partner. Questa forma di separazione è disciplinata dalla legge italiana e sottoposta a condizioni specifiche.

In questo articolo dello Studio Legale Marro, parleremo nel dettaglio delle regole previste in materia di separazione con addebito.

Come funziona la separazione con addebito

Nel caso di una separazione con addebito, il coniuge richiedente deve dimostrare che la rottura del matrimonio è dovuta a comportamenti colpevoli dell’altro coniuge. Questi possono includere adulterio, abbandono ingiustificato, maltrattamenti gravi o altre violazioni dei doveri matrimoniali. La separazione con addebito può essere richiesta anche in situazioni in cui uno dei coniugi ha messo in pericolo la vita o l’incolumità dell’altro o dei figli.

La richiesta può essere avanzata solo se sono trascorsi almeno sei mesi dalla data di celebrazione del matrimonio. Inoltre, il coniuge richiedente deve dimostrare in modo convincente i fatti colpevoli attribuiti all’altro coniuge.

Le ultime novità normative

Negli ultimi anni, la legislazione italiana in materia di separazione con addebito ha subito alcune modifiche per migliorare la gestione delle procedure e garantire una maggiore tutela dei diritti delle parti coinvolte. Gli aggiornamenti normativi si sono concentrati sulla semplificazione delle procedure, sulla promozione di alternative alla separazione giudiziale, come la mediazione familiare, e sulla tutela dei minori coinvolti nel processo di separazione.

Con la Riforma Cartabia, la separazione con addebito è stata oggetto di alcune modifiche. In particolare, è stato previsto che il giudice possa pronunciare l’addebito solo se la condotta del coniuge responsabile è stata contraria ai doveri derivanti dal matrimonio e ha contribuito a determinare la crisi.

Inoltre, è stato previsto che il coniuge cui è stato attribuito l’addebito non possa chiedere il mantenimento da parte dell’altro coniuge, a meno che non dimostri di non avere mezzi sufficienti per il proprio mantenimento. Queste novità sono state introdotte per rendere più equa la disciplina della separazione e per evitare che essa venga utilizzata come strumento di ritorsione o di vendetta.

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